X Legislatura – Tornata del 17 maggio 1869
Dalla Camera di commercio ed arti di Torino — Relazione sull'esercizio della pubblica condizione e saggio normale delle sete nel 1868, copie 100;
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domande per la presentazione delle convenzioni colla Banca Nazionale, e pei resoconti relativi alle obbligazioni della Regìa, ed all'emissione di
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presidente. Essendo presente l'onorevole ministro delle finanze, annunzio ad esso ed alla Camera che l'onorevole Seismit-Doda desidera fargli una
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Ed ora pure trattasi di un'altra Regìa cointeressata, se anche sotto altro nome, nella questione della Tesoreria da affidarsi alla Banca; e la
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Io faccio presente all'onorevole ministro delle finanze, ed ai miei colleghi della Camera, che parrebbe, secondo me, una necessità, stante la
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Ed ecco perchè, vedendo come dai primi dì del gennaio, epoca nella quale tutti ci attendevamo, promessa in dicembre, l'esposizione finanziaria, noi
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ritardo ed intralcio di sorta; egli non aveva, come disse, che ad attendere la sanzione degli azionisti della Banca.
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dirò la necessità, ma almeno per certo l'opportunità di giustificare il modo ed i risultati dell'emissione delle obbligazioni della società per la Regìa
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E, per ultimo, rammento ancora all'onorevole ministro delle finanze come, sollevatasi dall'onorevole mio collega ed amico Cancellieri una gravissima
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ecclesiastici ed alla Banca, io posso dichiarare che avrei potuto presentarle subito. Egli così, prevenendo la risposta che io poteva fargli, ha creduto opportuno
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quella emissione, ed avrebbe offerto tutti quei più larghi schiarimenti che la Camera avesse potuto desiderare, dichiarandosi, come egli suol dire
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giudicherà, ed io sono perfettamente tranquillo sul suo giudizio. Dirò di più: sono anche tranquillo sul giudizio del paese, per cui anche alle ultime
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convenzione relativa al servizio della Tesoreria ed alle nuove concessioni che egli intende di accordare alla Banca; esibizione che promette di compiere
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, egli chiamò il perno del suo sistema, la tassa del macinato. Parrebbe a me cosa molto savia ed opportuna; ma potrebbe egli soggiungere che io non sono
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Menabrea presidente del Consiglio dei ministri e ministro per gli affari esteri. In conseguenza, attenendosi la Camera alla forma del decreto ed
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Marmora, il quale, lealissimo quale è, confessò un giorno che una sola volta il deputato Ricciardi aveva avuto ragione, ed era precisamente in quella
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del nuovo Ministero, il decreto regio non portava che furono no-, binati ministri, ma bensì che furono confermati nelle loro funzioni di ministri, ed
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Accademia della crusca
